Le Fatiche di Ercole
    // LA NOSTRA STORIA
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LA NOSTRA STORIA

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Enrico Milanesi

La nostra storia
Delineare una storia come la nostra non è affatto semplice dato che parliamo di tante storie per noi tutte importanti e significative poiché accomunate da dolori e speranze comuni che vanno al di là di semplici eventi. È un’esistenza fatta di ascolto e partecipazione all’altro, dove insieme ci siamo conosciuti, ciascuno con la propria storia fatta di lacrime e sangue, ciascuno capace di aprirsi agli altri nelle profondità secretate dove solo pochi possono accedere: con un’esperienza esistenziale così forte si crea un legame che solo consente di camminare, navigare a vista, interrogando interrogandoci su tutto quanto può consentire di costruire una risposta “per loro”, figli, fratelli sorelle, nostri congiunti, che non vogliamo perdere. La solidarietà affettiva, la condivisione dei problemi, lo scambio di pensieri, riflessioni oltre che di pezzi della nostra vita nella sua tormentata quotidianità, la ricerca di alleggerimento, di ossigenazione e recupero di energie per vivere e sopravvivere in una dimensione di senso, di utilità, di affettività diffusa che non secca, non prosciuga quella fiducia tanto necessaria per loro per noi.
Di seguito alcune date significative dell’Associazione.

// 1988
Nasce l’Associazione “Le Fatiche di Ercole” dalla consapevolezza di un folto gruppo di malati di mente, dei loro familiari e di operatori sanitari che sia possibile affrancarsi dalla dipendenza psichiatrica creando le condizioni per un’esistenza al di là della malattia e della cura.
Non è per caso, che l’
associazione nasce a Città di Castello, dove vent’anni prima, con il coraggio di alcuni amministratori e di tecnici sorgono i primi servizi territoriali allora detti di “Igiene” Mentale a seguito della significativa presa di posizione scientifica e politica data con la ormai famosa legge 180 del 1978. Il gruppo si propone, quindi, fin dal suo esordio, come obiettivo principale la qualità della vita come risposta terapeutica. L’intento è di trovare nuove possibilità di organizzazione del tempo e dello spazio esistenziali di ogni persona che debba confrontarsi nella sua vita con problematiche afferenti la salute mentale.
Fin dall’inizio della sua attività uno dei progetti dell’Associazione è stato quello della creazione di strutture e spazi adeguati, che fossero luoghi di vita in grado di offrire occasioni di incontro, divertimento, lavoro e confronto fra soggetti ed in particolare favorire coloro che per svariate motivazioni, si trovano bloccati dalla tragica esperienza psicopatologica. I progetti sono tanti e fantasiosi sulla scia di un appoggio istituzionale e di pensiero che però non arriva alla sua piena realizzazione.

// 1989
Inizia l’incontro tra teatro e Associazione: la compagnia teatrale “Mazzolanza Sagrè” presenta ad Umbertine il “Malato immaginario” di Moliere. Sulla scena, accanto ad attori professionisti, degenti dell’istituzione psichiatrica di Imola in cui è stato realizzato il difficile esperimento di abbattere una delle barriere sicuramente più alte fra il malato di mente e gli altri: quella della incomunicabilità attraverso il linguaggio artistico-teatrale. Di qui da parte dell’Associazione la promozione di altre iniziative teatrali negli anni a venire.

// 1990
La canonica della romanica “Pieve dei Saddi” (sec. VII-IX d. C.), dedicata all’antico culto di San Crescenziano, protettore dei “malati di testa”- concessa in uso dalla Curia Vescovile e interamente ristrutturata a cura della Comunità Montana- viene adibita a spazio laboratoriale e ricreativo con iniziative di vario genere tese a porre in essere condizioni di svago, creatività e di relazione sociale.

// 1993
Oltre alle varie iniziative proposte nasce una serata danzante che costituirà da oggi in poi un appuntamento annuale: “Notte Pazza”. Momento di incontro, socializzazione e divertimento oltre che serata di solidarietà per reperire fondi per le attività dell’Associazione.

// 1996
L’Associazione continua il suo lavoro proclamando costantemente la necessità di riconoscere i diritti dei malati psichiatrici. Si impegna attentamente in quel processo che si è avviato riguardo alla ridefinizione delle competenze del sanitario e del sociale, ribadendo che le finalità degli interventi debbono essere quelle di garantire una salute mentale all’insegna delle migliori condizioni di servizio diagnosi e cura, di continuità dei servizi domiciliari, di attivazione di strutture intermedie, spazi-ponte di attività e relazioni tra il tempo del ricovero, il ritorno in famiglia e la ripresa dei contatti sociali, ecc.

// 2005
L’Associazione dopo tante sollecitazioni e peripezie trova sede autonoma a fianco delle nuove strutture di Villa Rosa e del Centro Salute Mentale. Si inaugura dunque un nuovo servizio di salute mentale con la presenza di un centro residenziale e di sollievo e quella che è tuttora la sede de “Le Fatiche di Ercole”.

// 2006
Grazie anche allo stimolo dell’attuale CSM a creare un servizio di Auto Mutuo Aiuto, in cerca forse di risollevarsi da un periodo di precarietà o inadeguata progettualità e sostegno alle risorse strutturali recentemente poste in essere, l’Associazione amplia la schiera dei suoi componenti, riacquistando linfa vitale.

// 2007
Grazie al recupero di risorse personali messe insieme, il lavoro negli anni, ripreso in questo ultimo, è stato diretto nei confronti dei servizi, insufficienti, inadeguati rispetto a bisogni non più rinviabili.
Si è attivato un dibattito serrato con le Istituzioni locali e regionali, avviata una battaglia civile sui diritti dei cittadini nell’ambito della salute mentale poichè i ritardi accumulati non possono più essere rinviati, mentre una società in cattività incalza e miete sempre più vittime, imponendo nuove problematiche che si aggiungono a quelle vecchie, mentre l’organizzazione economica sociale non include più i giovani lasciando che molti si perdano per strada. L’Associazione si misura attivamente con la realtà strutturando un programma di iniziative che intende riportare e riproporre costantemente all’interesse pubblico la questione della salute mentale, stimolando buoni pensieri e prassi per un riconoscimento vero della persona/famiglia che vive o ha vissuto la realtà tanto problematica della malattia mentale.
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